Occorre organizzarsi per verificare se ci sono gli estremi della Regolarità del Sistema dei Controlli Interni ex art. 148 TUEL
di Ciro D’Aries
È recente la Deliberazione della Sezione Regionale di Controllo per la Lombardia n. 187/2024/VSGC con cui la Corte dei Conti ha accertato – nei confronti di un Comune lombardo – gravi carenze sull’effettività del Sistema dei Controlli interni di tale Comune.
L’oggetto di tale Delibera mette a nudo problemi comuni a diversi enti locali che in questi anni non hanno sviluppato un effettivo Sistema dei Controlli interni, nonostante la riforma della contabilità ex D. Lgs. N. 118/2011, le ulteriori riforme relative al PIAO, alla Ricognizione dei Servizi Pubblici a rilevanza economica, alle performance e ai “lontani” principi della L. 142/1990 che spingevano – in un’ottica antesignana – per la “economicità” della gestione degli enti locali.
Quello che è mancato – e che forse ancora manca– è soprattutto una questione di “mentalità” aziendale per verificare l’andamento della cosa pubblica in termini non solo finanziari ma da un punto di vista – appunto – di economicità, intesa quest’ultima quale sommatoria di valori espressi di efficacia ( = fare le cose giuste, collegandosi alla pianificazione strategica ed operativa dell’ente locale), di efficienza ( = la “resa economica” di un servizio pubblico confrontato con un mercato di riferimento) e di qualità ( = gradimento e soddisfazione dei cittadini-utenti che ricevono i vari servizi di natura pubblica).
Come è possibile ipotizzare che dopo oltre 30 anni dalla riforma L. 142/90 la Pubblica Amministrazione non sia riuscita ad introdurre elementi base per la verifica della economicità della gestione della cosa pubblica, che – possiamo dirlo chiaramente – è la sostanza di tutto, compresa la dimostrazione della capacità o meno degli amministratori di fare cose giuste nel migliore dei modi a favore della collettività, con un utilizzo equo delle risorse pubbliche?
Il solo dato finanziario non aiuta ad avere alcuna informazione utile, se non a verificare lo sforamento o meno delle risorse allocate nel bilancio dell’ente.
Come mai in questi decenni non si è riusciti a fare passi concreti in avanti per un’informazione utile alla collettività che potrebbe – in tal modo – verificare concretamente come vengono utilizzate le risorse pubbliche?
Il solo pareggio di bilancio non aiuta a capire molto della gestione economica di un ente pubblico.
Basti anche guardare in che situazione è arrivato il nostro Stato che ha sempre garantito il “pareggio finanziario” dei vari Bilanci ma che è arrivato a conseguire un debito “monstre” che viaggia oramai verso i 3 mila miliardi di euro, per non parlare del disavanzo dello Stato Patrimoniale del nostro Paese.
È ora di cambiare mentalità, sia da parte dei policy makers sia da parte di noi Cittadini che dobbiamo pretendere una contabilità che sia “accountable”, ossia che sia capace di “rendere conto” alla collettività di informazioni utili e non semplicemente “formali” e “formalistiche”.
Per fortuna che la Corte dei Conti – in ossequio alle disposizioni del TUEL, ed in particolare dell’art. 148 – è chiamata a verificare la effettività del Sistema dei Controlli interni, pena applicazione delle sanzioni normativamente previste, anche a carico degli amministratori locali.
Nel caso di specie, la Corte ha accertato carenze e profili di inadeguatezza di strumenti e metodologie relative – in particolare – al Controllo di Regolarità Amministrativo Contabile (determinazione del “campione” statistico per la scelta degli atti da sottoporre al controllo successivo), al Controllo di Gestione (mancata rilevazione di dati economici per Servizi e Centri di Costo) e al Controllo della Qualità dei Servizi.
Bisogna porre attenzione al Sistema dei Controlli interni, non solo per “la paura” della Corte dei Conti, ma per avere a disposizione dati importanti ed imprescindibili per una buona programmazione e gestione della cosa pubblica.
È utile ricordare come la disponibilità di un buon Sistema dei Controlli interni aiuterà anche gli Enti locali a redigere nel migliore dei modi la prossima Relazione di Ricognizione dei Servizi Pubblici a rilevanza economica che – ai sensi e per gli effetti dell’art. 30 D. Lgs. N. 201/2022 – richiede che vengano riportati gli effettivi e concreti livelli di efficacia, efficienza e qualità dei diversi servizi.
Prima si parte a verificare l’attuale livello di effettività del proprio Sistema dei Controlli interni più gli Enti saranno in grado di adempiere ai diversi obblighi nei confronti del legislatore, della Corte dei Conti, ma soprattutto di essere “accountable” verso i propri Cittadini.
È questione di civiltà e di trasparenza, non formale ma sostanziale. E forse anche la prossima contabilità “accrual” che si sta affacciando all’orizzonte potrebbe apparire un’ulteriore formalità che potrebbe appesantire ulteriormente gli Enti locali in termini burocratici ed adempimentali senza la necessità – per quello che stiamo narrando – che si debba attendere tale ulteriore nuova riforma.
Siamo tutti convinti che ci sono già tutti i presupposti per disporre di strumenti per una buona contabilità degli Enti che sia in grado di dimostrarne la “economicità” della gestione: è solo questione di volontà e non di ulteriori riforme!