Con il Piao, il Piano Integrato di Attività e Organizzazione, gli enti pubblici devono avviare una riorganizzazione del loro sistema di pianificazione, con l’obiettivo di garantire trasparenza, maggiore efficienza, efficacia e servizi migliori.
Detta così sembra che fino a oggi tali elementi non ci fossero nella Pa e che il nuovo strumento debba aiutare a raggiungere l’obiettivo.
Di fatto il concetto di “economicità”, orami scolpito nella Costituzione italiana (articolo 97), che racchiude tutti gli elementi di cui sopra (efficacia, efficienza e qualità), dovrebbe essere il faro dell’azione di ogni amministrazione pubblica, a prescindere dal documento attraverso cui tale economicità sia perseguita.
Meglio non confondere il contenitore con il contenuto.
Il nuovo “contenitore” (Piao) ha il compito principale di accorpare le diverse informazioni racchiuse in documenti apparentemente separati, ossia i diversi piani:
- delle Performance
- della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza
- dei Fabbisogni del Personale
- per il Lavoro Agile
- della Programmazione dei Fabbisogni informativi
sicuramente in un’ottica – apparente – di semplificazione.
Ma tale assorbimento in un unico documento, con la soppressione dei precedenti documenti, non potrà prescindere da una visione circolare – preesistente – tra Programmazione-Gestione-Controllo che deve e dovrà essere la milestone su cui incentrare l’azione amministrativa, a prescindere dal contenitore.
Il contenuto, infatti, è l’anima che deve connotare un’azienda pubblica per la quale ha senso parlare di «Performance aziendale» e di «Performance individuale» e dove un obiettivo strategico, del Dup, deve essere stratificato all’interno degli altri documenti gestionali (Peg, Piano delle Attività e Piano delle Performance Individuali), abbracciando i diversi controlli interni e arrivando a «rendicontare» alla fine ciò che l’amministrazione ha realizzato rispetto a quanto programmato.
Da cogliere allora – attraverso il nuovo Piao – il senso di una «programmazione totale» – a mò di «mappa strategica» dove riportare, in via “scalare” i seguenti aspetti logici:
- Obiettivo Strategico = l’impatto che l’azione pubblica potrà avere sulla collettività, in termini di maggiore efficacia e qualità dei servizi, prevedendo già degli Indicatori Target verso cui direzionare la gestione (e questo è sicuramente sinonimo di “trasparenza”);
- Obiettivo Operativo = prevedendo i singoli obiettivi operativi che derivano da ogni obiettivo strategico, in modo che dalla “somma” di tali obiettivi si possa denotare il raggiungimento o meno dell’obiettivo strategico di riferimento;
- Azioni Operative Organizzative = con indicazione «di chi fa cosa», appunto a livello organizzativo, in modo da valutare già a priori l’adeguatezza o meno delle risorse umane rispetto agli obiettivi da raggiungere e di provvedere al riguardo in termini di fabbisogno programmatico e valutando le procedure da semplificare e da reingegnerizzare, tenuto conto, altresì, dell’incidenza del lavoro agile, anch’esso da programmare in vista degli obiettivi aziendali.
Un Piao che rispecchi tale metodologia non sarà sicuramente una “sommatoria” di preesistenti documenti ma costituirà uno strumento efficace per una vera programmazione «del tutto»: del valore a favore della collettività, della valutazione a priori degli assetti organizzativi e procedurali necessari per tale strategica, dei risultati attesi su cui – già durante la gestione e alla fine della gestione, anche di mandato – ogni amministrazione dovrà essere accountable, ossia trasparente, evitando ogni fenomeno di opacità e corruttivo.
Salutiamo il nuovo Piao con entusiasmo, dopo però un brainstorming di cosa significhi veramente strategia e organizzazione e il valore aggiunto (o valore pubblico o utilità) che si intende perseguire a favore della collettività, a priori, con numeri e non solo in maniera sommaria e descrittiva.
“NT+ Enti Locali & Edilizia” – IlSole24Ore
del 7 Giugno 2022
Ciro D’Aries